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Il Fundraising

Se avete dato un’occhiata alla nostra piattaforma Lista del Cuore, vi sarete imbattuti in parole come “fundraising” o “fundraiser”

In questo post cercheremo di darvi una spiegazione il più completa possibile di questi termini anche perhè vi potranno essere utili nel caso che organizziate una vera e propria campagna di raccolta fondi per acquistare e installare una delle nostre postazioni

Il fundraising o raccolta fondi, non è la scienza della raccolta dei fondi ma è la scienza della sostenibilità finanziaria di una causa sociale. Esso è un mezzo e non un fine. Pertanto, è una conseguenza degli obiettivi e dei benefici sociali che una organizzazione intende raggiungere. Esso dipende anche della cultura filantropica e della donazione che accomuna una organizzazione con l’ambiente nel quale opera. Vi è, quindi, un primato del case statement rispetto alla raccolta.Il fundraising comporta una funzione di governance da parte di una organizzazione. Ciò vuol dire controllo della compatibilità tra risorse, mezzi, ambiente operativo dell’organizzazione, da una parte, e la sua mission , dall’altra.La pratica del fundraising è influenzata dallo spirito filantropico: la donazione non è una elemosina né una tassa, ma il frutto di uno scambio volontario tra soggetti che condividono un medesimo obiettivo. Pertanto, il dominio del fundraising è la persuasione e il convincimento, piuttosto che la coercizione e la pressione.

Un progetto di fundraising deve essere trasmesso con efficacia, deve sapientemente contenere la parte emotiva e quella razionale.

Per cui:

  • credere nella causa
  • conoscerla bene
  • trasmetterla con creatività
  • chiarezza,
  • emozione

sono queste le componenti essenziali di un buon messaggio, che ti pone in relazione più profonda con il tuo interlocutore.

Diversamente si rischia di scrivere un messaggio privo di pathos e un po’ troppo markettaro.

Veniamo alla sostanza delle cose.

Resistenze

Di solito il Fundraiser deve comprendere e sottoscrivere alcuni aspetti.

Due in particolare e tra di loro distanti:

  • la resistenza all’investimento;
  • l’autoreferenzialità tipica di alcune realtà.

La necessità della cautela e l’interesse verso il rischio calcolato. A maggior ragione quando in gioco ci sono i denari provenienti dai donatori. Se ci pensiamo bene, un Consiglio di una ONP, offre il proprio apporto in modo volontario. A fronte di un impegno gratuito è comunque fiscalmente e spesse volte illimitatamente responsabile in caso di default.

Nessuna ricompensa in caso di successo.

Contestualmente, un buon consiglio deve avere una chiara comprensione dell’etica, capacità di governo e senso di responsabilità.

Insomma, un compito a volte arduo.

Ma il vero gap è quello culturale. Il termine e i compiti del Fundraiser, non sono entrati a pieno nella cultura delle organizzazioni ONP.

Compiti

Il Fundraiser, deve essere consapevole del ruolo che ricopre e dell’importanza discriminante che la raccolta fondi ha nella crescita di un’organizzazione. Tra i compiti c’è quello di intervenire nell’educazione e nella stimolazione della Direzione della onp al fine di garantire la sana maturità della nostra organizzazione rispetto alla raccolta fondi.

Questo, naturalmente, se riteniamo che la causa valga l’impegno, se ci crediamo davvero e ci sono i margini per lavorarci.

La raccolta fondi non può essere ne episodica ne approssimativa, ma va pianificata, gestita e rendicontata fidelizzando il più possibile ogni singolo donatore.

Andiamo oltre la naturale prudenza e proviamoci per quanto possibile ad aprire una lista del cuore

Come?

Ecco qualche idea:

  1. Coinvolgere l’organizzazione nelle attività, ciascuno per le proprie specifiche competenze.
  2. Relazionare su strategie individuate e obiettivi da raggiungere in modo chiaro e puntuale.
  3. Stimolare l’intervento diretto per favorire una migliore riuscita delle attività pensate.
  4. Accettare in modo benevolo i suggerimenti. Spesso un punto di vista diverso dà soluzioni inaspettate.
  5. Apprezzare l’impegno di ciascuno.
  6. Aggiornare periodicamente rispetto alle attività in corso.
  7. Favorire l’interazione e il lavoro di squadra.
  8. Incoraggiare un atteggiamento positivo verso le strategie adottate e gli obiettivi.
  9. Ringraziare. Non dimenticare che un volontario che dedica una parte importante del suo tempo, libero o sottraendolo dai propri impegni professionali, all’organizzazione.
  10. Rendicontare. Essere trasparenti sull’uso e destinazione delle donazioni è il primo atto perchè ce ne siano altre

Altro

– Il Fundraising deve poi essere visto come investimento per il futuro e non come iniziativa che porta risultati nell’immediato

– La necessità di formazione e di inserimento nell’organizzazione di questa nuova figura professionale.

Non è una novità: nelle dinamiche di gruppo, l’apprezzamento personale e il coinvolgimento giocano un ruolo fondamentale nel favorire la motivazione.

E’ necessario interagire fattivamente coinvolgere sempre di più e meglio, tutti.

Il Fundraising negli ultimi anni si sta sempre più delineanando come settore strategico delle aziende che sono inserite nel vasto mondo del ONP ma che sempre di più si sta allargando anche al profit.

la crisi economica e la conseguente carenza di fondi, ha reso necessaria una auto organizzazione delle associazioni per fare in modo di raccogliere fondi a flusso continuo per evitare le dipendenze dal pubblico; un settore oramai stretto in mille lacci economici burocratici che conseguentemente portavano le ONP a non avere la sicurezza economica necessaria.

Chi e come

In Italia si può arrivare “dalla strada” e quindi partire dall’esperienza, anche di volontariato, ma la formazione è irrinunciabile. Il percorso ideale prevede quindi un mix di formazione teorica ed esperienze pratiche. Le capacità che non possono mancare per essere un fundraiser sono di due tipi: valoriali-personali e tecnico-strumentali. Nelle prime rientra una forte motivazione, è un lavoro che richiede molti sacrifici, che ti mette costantemente alla prova dal punto di vista personale, che richiede consapevolezza del ruolo svolto nel contesto della relazione tra un’ONP, un beneficiario e un donatore. Assolutamente necessaria voglia di continuare ad imparare, capacità e piacere di relazionarsi.

Ma cosa significa e cosa comporta in una organizzazione?

Fundraising significa letteralmente far crescere le risorse. E’ una disciplina che rientra nella branca del marketing e trova la sua naturale applicazione nelle organizzazioni nonprofit. Di matrice e impiego prevalentemente anglosassone, solo da qualche anno è entrata a far parte delle scelte strategiche delle organizzazioni del Terzo Settore italiane più all’avanguardia o, comunque, più strutturate. Obiettivo delle attività di Fundraising è garantire la sostenibilità dell’ente attraverso l’attuazione di strategie per il reperimento di fondi e la costruzione di processi relazionali complessi. Per metterle in atto, c’è bisogno di un fundraiser che non è una professionalità che indipendentemente da tutto deve portare soldi alla causa anche se pur nobile. Il fundraiser cerca di mettere a sistema la cultura del dono quell’atto necessario che mira a risolvere problemi oppure a incrementare delle risorse a disposizione.

Semplici suggerimenti ma che possono fare la differenza nella vita di una ONP e per l’esito di una campagna di raccolta fondi su

www.listadelcuore.com

Adesso tocca a te !

Proponi il tuo progetto e apri la tua lista